Auflösung des Sozialwissenschaftlichen Gymnasiums mit wirtschaftlicher Fachrichtung? Nein, Danke!

Auflösung des Sozialwissenschaftlichen Gymnasiums mit wirtschaftlicher Fachrichtung? Nein, Danke!

Der Gesetzesentwurf vom 31. Mai 2023, bekannt unter dem Namen "Made in Italy", sieht die Auflösung der Sozialwissenschaftlichen Gymnasien mit wirtschaftlicher Fachrichtung vor.

Die GBW AGB, die dieses Thema auch in einem speziellen Vertiefungsseminar behandelt hat, hat sich wiederholt gegen diese Entschlossenheit der Regierung ausgesprochen, die mit der Umsetzung einer neuen, ganz auf den Markt ausgerichteten Orientierung und der Privatisierung des Rechts auf Bildung die wirtschaftliche Option des sozialwissenschaftlichen Gymnasiums mit einem Schlag zunichte macht. Wir haben beschlossen, uns direkt an die 419 Schulgemeinschaften zu wenden, die von dieser autoritären Unterdrückung betroffen sind, und sie aufzufordern, durch vom Kollegium verabschiedete Resolutionen und Tagesordnungen einen kollektiven Standpunkt einzunehmen.

Es folgt der an alle Sozialwissenschaftlichen Gymnasien mit wirtschaftlicher Fachrichtung adressierte Brief der Generalsekretärin der GBW AGB Gianna Fracassi.

Die GBW AGB unterstützt sie bereits und plant weitere Mobilisierungsaktionen.

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Al Dirigente Scolastico

Al Collegio dei Docenti

Al Consiglio di Istituto

All’Albo sindacale e alle RSU di Istituto

Oggetto: confluenza del Liceo Economico Sociale (LES) nel nuovo Liceo del made in Italy - Disegno di legge N. 1341/2023 – Iniziative di contrasto.

Gentile Dirigente, care e cari componenti della comunità educante del Liceo Economico Sociale,

la FLC CGIL con questa breve lettera intende manifestare il proprio supporto ad ogni iniziativa di contrasto alla determinazione del Governo di cancellare l’esperienza del LES.

Il Disegno di legge N. 1341/2023 prevede l’abrogazione del comma 2 dell’articolo 9, del DPR 15 marzo 2010, n. 89 (che ha consentito l’attivazione dell’opzione economico-sociale) e, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del provvedimento, sarà emanato un regolamento per definire la disciplina dell’opzione «made in Italy». Ciò produrrà un complessivo spostamento dell’impianto culturale da un orientamento caratterizzato dalla valorizzazione delle scienze sociali ad un orientamento indirizzato a una forte connessione con il tessuto socioeconomico locale. Si tratta dell’ennesimo tentativo di declinare metodologie e contenuti didattici in funzione subordinata rispetto al mercato del lavoro e al sistema delle imprese con in più, in questo caso, il potenziamento dei percorsi di apprendistato. Ci preoccupa, inoltre, l’istituzione della Fondazione denominata “Imprese e competenze” con la conseguenza di subordinare la formazione culturale del futuro cittadino alle esigenze delle imprese e del mercato del lavoro e ci pare estremamente grave che il Ddl preveda che la fondazione determini gli obiettivi strategici di un liceo in ambito di obbligo scolastico e formativo. È allarmante la possibilità di ricevere finanziamenti da soggetti pubblici e privati perché ciò produrrà una immediata differenziazione di offerta formativa tra istituti e territori.

Infine, sul piano sindacale, ci preoccupa il destino di lavoratrici e lavoratori impegnati nei percorsi del liceo delle scienze umane perché la sostanziale cancellazione di LES avverrà già a partire dalle classi prime funzionanti nell’anno scolastico 2024/2025. Sull’intero territorio nazionale sono ben 419 le scuole statali che hanno attivato i licei economico sociali; queste scuole sono frequentate da un totale di ben 75.700 alunne e alunni circa, distribuiti in non meno di 3.000 classi, senza contare anche i 116 istituti paritari coinvolti.

Sappiamo che molti di voi si sono già organizzati nei mesi scorsi con lettere e petizioni ed oggi vi chiediamo di impegnarci insieme per fermare questa assurda operazione di smantellamento di uno dei pochi licei in costante crescita e di far sentire la voce della scuola con delibere e ordini del giorno. Saremo ben lieti di pubblicare le vostre deliberazioni.

La FLC CGIL conferma la propria netta opposizione a questo nuovo percorso e l’avvio di ulteriori azioni di mobilitazione. 

Roma, 11 settembre 2023

Gianna Fracassi
Segretaria generale FLC CGIL