1) Nelle buste paga la nuova retribuzione professionale provinciale (RPP)
L’Ufficio stipendi ci conferma che nella busta paga di aprile il personale docente troverà una nuova voce stipendiale, la Retribuzione Professionale Provinciale (RPP) prevista dal contratto provinciale siglato a novembre 2022 e definitivamente sottoscritto il 28 febbraio 2023.
La RPP vale 162 euro lordi al mese per dodici mesi ed è attribuita a tutti i docenti, compresi i supplenti temporanei. Sostituisce il vecchio Compenso Individuale Accessorio che valeva 49,6 euro al mese ed era attribuito solo al personale di ruolo e al personale supplente che avesse i requisiti per la corresponsione della retribuzione estiva. Con l’attribuzione della RPP c’è un aumento in busta paga pari a 112,40 euro lordi mensili e si sana una discriminazione retributiva nei confronti di chi ha una supplenza breve.
Nella busta paga di aprile ci saranno anche gli arretrati 2023 della RPP: 332,58 euro lordi per chi abbia ininterrottamente lavorato dal primo gennaio al 31 marzo 2023.
Nella busta paga di maggio ci saranno poi gli arretrati 2022 della RPP, pari a 2.277,6 euro lordi per chi abbia lavorato tutto l’anno. Nota bene, il valore della RPP indicato dal contratto provinciale per il 2022 (189,80 euro lordi mensili) è superiore a quello che la stessa voce avrà a partire dal gennaio 2023, lo stanziamento ottenuto dalle organizzazioni sindacali nel bilancio provinciale per il 2022, pari a 24.500.000 era infatti superiore a quello stabilito per il 2023 e il 2024 (20.000.000 annui).
COMMENTO FLC-GBW: rimane ancora disattesa la promessa politica di recuperare le differenze retributive con i dipendenti della Provincia createsi nel triennio 2019-21. L’aumento mensile a regime (112,40 euro lordi) è minore di quello (120 euro) ottenuto dai colleghi provinciali. Non solo non si recupera il ritardo maturato nel 2020 e nel 2021, ma le differenze continuano ad accumularsi!
La firma del contratto provinciale ha comunque consentito di far arrivare nelle tasche dei docenti l’intero stanziamento messo allora a disposizione dalla Provincia (64.500.000). Si tratta di un (relativo) successo che rivendichiamo. Per la Uil, che non aveva firmato l’accordo, abbiamo ottenuto “un semplice adeguamento di un’indennità provinciale secondaria”. Sulle posizioni Uil si veda il nostro analitico commento:
2) Recupero inflazione, primi impegni del Presidente Kompatscher
Il 30 marzo scorso, in un incontro con le organizzazioni sindacali, il Presidente Kompatscher ha detto che l’inflazione complessiva per il triennio 2019-2021 da prendere come riferimento per i contratti, stabilita dall’ASTAT, è pari al 5,1%. La contrattazione provinciale per gli insegnanti delle scuole statali aveva fatto riferimento ad indici previsionali pari allo 1,8%, a cui era corrisposto un aumento dell’indennità provinciale pari a 757,99 euro. Secondo le nostre stime, all’aumento già ottenuto dovrebbero quindi aggiungersi ulteriori 1.390 euro, con un arretrato, per il periodo dal 2019 al 2022, di circa 2.900 euro.
Oltre al recupero per il triennio 2019-2021, si pone ovviamente il problema dell’adeguamento all’inflazione (galoppante) per il triennio in corso. Secondo il Presidente, nel 2023 si potrà concedere solo un primo acconto una tantum sull’inflazione del 2022, 15 milioni il relativo stanziamento.
Secondo le stime provinciali, per finanziare queste operazioni servono 78 milioni e 620 mila euro nel 2023 e ulteriori 20 milioni e 480 mila euro annui per il 2024 e il 2025.
Nel bilancio provinciale per il 2023 sono stanziati al momento solo 15 milioni, più 8 milioni per il 2024 e 8 milioni per il 2025. Serve quindi un’importante stanziamento nel bilancio di assestamento previsto per luglio. Tenendo conto dell’inter-comparto, le somme riservate alle contrattazioni provinciali nell’assestamento di luglio dovrebbero aggirarsi intorno ai 130 milioni. Si tratta di una cifra notevole, ma è il risultato dei mancati stanziamenti precedenti.
3) Applicazione del contratto statale
La retribuzione fondamentale dei docenti alto-atesini deve essere adeguata ai valori risultanti dal contratto nazionale per il 2019-2021 firmato nel novembre 2022. Gli stanziamenti nel bilancio provinciale per l’adeguamento al 5,1% di inflazione dovrebbero consentire di applicare il contratto statale senza ridurre contestualmente l’indennità provinciale, come avvenuto in passato. Gli arretrati per il contratto statale sarebbero compresi nell’arretrato “provinciale” per l’adeguamento all’inflazione “bolzanina”. Si tratta di un’operazione complessa, che dovrà essere affrontata con attenzione.