13.10.2025
Quale contributo al dibattito in corso nelle scuole dell'Alto Adige pubblichiamo volentieri la lettera aperta del gruppo di iniziativa D.I.D.A. (Docenti Dignità Didattica Apprendimento) resa nota anche dalla stampa in data odierna.
FLC GBW CGIL AGB.
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In merito al contenzioso in atto tra gli insegnanti e la Giunta Provinciale, apprendiamo che quest’ultima ha lanciato un ultimatum affinché cessi entro sette giorni ogni forma di protesta o di mobilitazione da parte dei docenti, pena l’interruzione di ogni trattativa sul rinnovo dei contratti della categoria per il triennio 2026-28. A questo punto urge qualche precisazione da parte nostra, non per alimentare un conflitto, cosa che non è assolutamente nei nostri intendimenti, ma per chiarire la nostra posizione anche di fronte all’opinione pubblica. Gli insegnanti e i docenti della Provincia di Bolzano non stanno attuando nessuna forma di sciopero o di astensione dal lavoro né tanto meno di ribellione. Al contrario, siamo tutti regolarmente impegnati nel nostro lavoro a scuola, di mattina, di pomeriggio e a volte anche di sera, e stiamo assolvendo tutti i nostri obblighi e impegni contrattuali con la diligenza di sempre.
L’azione in atto ha portato, invece, a una temporanea sospensione della maggior parte delle attività extracurricolari, attività – ricordiamolo – complementari e non obbligatorie, la cui programmazione rientra nelle scelte didattiche di esclusiva competenza dei consigli di classe. Dunque, proprio questa presa di posizione della Giunta, che in un certo senso ordina che tali attività vengano immediatamente ripristinate, certifica quello che gli insegnanti lamentano da molti anni, ovvero che la didattica, sempre più soggetta a pressioni e ingerenze esterne, non è più il fulcro del nostro lavoro, e che la scuola è diventata una sorta di agenzia di coordinamento di azioni formative imposte dall’esterno, spesso in maniera caotica e estemporanea e sulla
base di necessità del “territorio” che rispondono più a criteri economici che formativi. Noi non siamo contrari alle attività extracurricolari, ma riteniamo che, anche quando la nostra azione sarà interrotta, vadano riprese in modo selettivo e ragionato, ridimensionate sulla base dell’effettiva qualità, della coerenza con i percorsi scolastici e dell’effettivo valore didattico, rimettendo al centro i docenti e le loro lezioni.
Lo scopo della nostra mobilitazione è dunque duplice: da una parte vedere tutelato e valorizzato il ruolo sociale della nostra professione, evidenziando il gravoso impegno
che essa comporta, spesso misconosciuto o minimizzato; dall’altra ottenere un riconoscimento economico che tenga conto dell’accresciuta complessità del nostro lavoro e che sia in linea con l’alto costo della vita in Alto Adige. Su questo ci aspetteremmo ascolto e apertura da parte della Giunta Provinciale, non ultimatum e porte chiuse in faccia.