Legge statale di bilancio 2025: penalizzato il personale scolastico

Legge statale di bilancio 2025: penalizzato il personale scolastico

La legge statale di bilancio (legge 207 del 30 dicembre-2024), da noi contestata con lo sciopero del 29 novembre 2024, penalizza fortemente i lavoratori e le lavoratrici della scuola, non adeguando gli stipendi all’inflazione del triennio 2022/2024, non prevedendo un piano di stabilizzazioni per il personale precario dei settori della conoscenza e disponendo tagli pesanti agli organici scuola e alle risorse per l’alta formazione e la ricerca.

Misure trasversali

La legge di bilancio 2025 di fatto congela fino al 2030 le risorse disponibili per i rinnovi dei CCNL del pubblico impiego (articolo 1 commi da 128 a 131), inchiodandoli alla presunta inflazione programmata. Oltre alla impossibilità di stabilire quale sarà il tasso di inflazione reale nei prossimi anni in un contesto economico di straordinaria incertezza, la scelta del Governo è per i lavoratori del comparto “Istruzione e Ricerca” di non procedere alla valorizzazione di settori largamente definanziati, sia rispetto alle medie europee che rispetto agli altri settori pubblici.

Ricordiamo che la contrattazione nazionale definisce il nostro stipendio base e altri diritti applicabili anche ai docenti altoatesini, e che le scelte politiche governative possono influenzare la posizione politica della Provincia autonoma nelle trattative locali.

Sul versante fiscale viene modificato il taglio del cuneo contributivo introdotto nel 2021, trasformandolo in un bonus fino a 20.000 euro e in una detrazione aggiuntiva (pari a 1.000 euro per i redditi da 20 mila a 32 mila euro) e con decalage da 32 mila a 40 mila euro. Proprio in virtù della natura profondamente diversa dell’intervento, gli effetti sulle buste paga saranno influenzati dalle variabili individuali e quindi potranno essere valutate solo nei prossimi mesi. Gli interventi di natura fiscale oltre all’allargamento della “flat tax” per gli autonomi, prevedono sgravi e tagli delle imposte per le imprese, il consueto regalo alle scuole paritarie con l’incremento delle detrazioni a 1000 euro per la frequenza e una tantum di mille euro, esentasse, che viene erogato il mese successivo alla nascita/adozione (bonus bebè). In questo ambito osserviamo la conferma di alcune misure come la decontribuzione al 100% per lavoratrici con almeno due figli, il bonus nido con alcune modifiche e la modifica del congedo parentale (a livello provinciale .

Anche sul versante pensionistico non vi sono novità di rilievo. Accantonati gli slogan roboanti di modifica della legge Monti-Fornero, l’unica norma specifica è la possibilità di uscita opzionale a 70 anni dei lavoratori pubblici.

Per quanto riguarda la Scuola:

La legge di bilancio 2025 di fatto non prevede risorse aggiuntive per i rinnovi contrattuali 2022-2024 tali da ristorare le retribuzioni dalla reale perdita del potere d’acquisto nel triennio di riferimento. Solo a partire dal 2025 si prevede a livello statale un misero aumento del trattamento economico accessorio che è pari ad appena lo 0,22% del monte salari. In tutto 112,1 milioni di cui 93,7 alla scuola, che però vengono riservati ai soli docenti escludendo il personale ATA (204.000 unità) che garantisce, come i docenti, la funzionalità dei servizi nella scuola.

Non si incrementano le risorse per il CCNL 2022-2024, ma si prevede il finanziamento dei prossimi trienni contrattuali 2025-2027 e 2028-2030 sulla base della mera inflazione presunta per i prossimi anni. Ne deriva che per il personale della scuola i finanziamenti disponibili restano quelli già previsti che consentano di coprire appena 1/3 dell’inflazione del triennio su base statale (cioè aumenti del 6% a fronte del 18% circa di inflazione).

Siamo stati convocati, nel frattempo, per la ripresa delle trattative a livello provinciale. Vi faremo sapere