AUMENTI IN BUSTA PAGA
Il 13 ottobre è stato definitivamente sottoscritto il Contratto Intercompartimentale per il triennio 2016 – 2018. Il contratto interessa i dipendenti della Provincia, dei Comuni, del servizio sanitario e prevede aumenti stipendiali uguali per tutti: 40 euro mensili lordi a decorrere dal mese di luglio 2016 ed ulteriori 40 euro lordi mensili a partire dal mese di maggio 2017.
In base al principio della parità di trattamento, la Provincia è disponibile a concedere gli stessi aumenti anche agli insegnanti delle scuole a carattere statale. L’aumento può essere corrisposto dalla Provincia esclusivamente sull’indennità provinciale, che però non viene pagata nei mesi di luglio ed agosto. La delegazione pubblica ha proposto di distribuire l’aumento nei mesi di giugno, settembre, ottobre novembre e dicembre Il valore complessivo dell’aumento attribuito ai dipendenti provinciali nel 2016, compresa la tredicesima, ammonta a 260 euro. Distribuendo tale valore su cinque mensilità, si arriverebbe ad un aumento mensile dell’indennità provinciale pari a 52 euro lordi. Se invece si decidesse di attribuire l’aumento anche all’indennità provinciale del mese di maggio e si distribuisse il valore su sei mensilità, l’aumento mensile sarebbe pari a 43,33 euro (3,33 euro corrispondono alla quota della tredicesima mensilità).
A regime, dal maggio 2017, l’aumento per i provinciali, compresa la tredicesima, sarà di 1040 euro, che distribuiti in 10 mensilità corrispondono ad un aumento mensile dell’indennità provinciale pari a 104 euro lordi. Rimandando al prossimo futuro i temi più complicati come l’orario di lavoro, la contrattazione provinciale potrebbe concludersi in tempi brevi. La possibilità di ricevere il primo aumento (e gli arretrati) entro la fine del 2016 non è però affatto scontata. Per garantire i passaggi ai diversi organi di controllo, compreso il Ministero della pubblica istruzione che ha tempo trenta giorni per dare i suoi pareri, ci sono “tempi tecnici” difficilmente comprimibili.
La contrattazione provinciale si concluderà comunque prima di quella nazionale, che di fatto deve ancora incominciare. In questo contesto, l’aumento dell’indennità provinciale rappresenta di fatto un anticipo sugli aumenti che potranno arrivare dal contratto nazionale. In base al principio della parità di trattamento, un futuro aumento dello stipendio fondamentale derivante dal rinnovo del CCNL non dovrà elevare la retribuzione degli insegnanti oltre quella dei dipendenti provinciali, tale aumento dovrà quindi essere conguagliato con una diminuzione dell’indennità provinciale.
Ancora non è possibile prevedere gli esiti della contrattazione nazionale. Sulla base delle risorse stanziate attualmente, gli aumenti non supererebbero i 20 euro mensili lordi. Queste cifre sono al centro di un duro confronto tra i sindacati e il governo. Ben venga, quindi, nel frattempo, l’aumento dell’indennità provinciale!